Conclusione

Con semplicità, nella conoscenza approssimata che è propria dei profani, noi non siamo medici ma solo genitori, abbiamo voluto trasmettervi il nostro poco sapere e la nostra esperienza, riguardo ad una malattia che fa ancora tanta paura.

Speriamo che i nostri consigli vi siano di aiuto, confidiamo anche nell’intelligenza e nell’amore degli uomini e crediamo che in un futuro, non certo immediato, la ricerca scientifica e medica riuscirà a sconfiggere questa malattia.
Sappiamo che quando in una famiglia arriva inattesa, l’epilessia disorienta e distrugge ogni certezza. Porta solitudine, angoscia, emarginazione, vergogna e paura.
Si ha paura per i nostri figli, per il loro futuro, per la solitudine, per le delusioni e le amarezze, oltre alle sofferenze fisiche, che la vita gli regalerà a piene mani.
Si ha paura per il nostro compagno o nostra compagna, che non sa più garantire una vita normale, con lavoro, attenzione, divertimento.
Si ha paura per un fratello o una sorella, per un padre o una madre, che non sperano più in nulla, che hanno perso il lavoro, non possono più essere gli stessi e non si sentono più uomini.
Si ha paura del giudizio degli altri, delle giornate in ospedale, delle speranze e delle tante delusioni.
Si ha paura della società, indifferente, attenta alle proprie esigenze, ai propri interessi, al proprio benessere e alla propria felicità.
Ecco perché vogliamo informarvi, perché abbiamo sentito il bisogno di pubblicare queste pagine.
Vogliamo non aver più paura, sapere che ci siete anche voi a tendere una mano ai nostri familiari, abbiamo bisogno di sperare che siano accettati come persone solo più sfortunate di voi, abbiamo bisogno di sapere che avranno un lavoro e una loro dignità, avranno una cura adeguata, che vivranno anche dopo di noi, senza la paura e l’angoscia di viaggiare all’improvviso e tornare senza ricordi.